Tempesta politica dopo l’aumento della tassa dei rifiuti

Tempesta politica dopo l’aumento della tassa dei rifiuti PACHINO - Assume le dimensioni di una vera e propria tempesta politica l'aumento del 60 per cento della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Una notizia che ha fatto in poche ore il giro della città e che sta dividendo le opinioni dei pachinesi, divisi tra chi considera la manovra necessaria e chi invece addebita tutte le responsabilità ad una gestione dissennata. A far sentire la propria voce è stato ieri il presidente del consiglio Salvatore Blundo, chiamato in causa dal primo cittadino che lo ha individuato come capo dell'opposizione e responsabile della bocciatura del project financing che avrebbe consentito la realizzazione di una megadiscarica sul territorio pachinese realizzata da privati che ne avrebbero sfruttato il biogas ed il percolato. «Il sindaco racconta solo frottole, -ha affermato Blundo- e lo fa per coprire la realtà economico-finanziaria del comune che è sul lastrico. I pachinesi devono sapere che l'ingiustificato aumento del 60% della tassa sui rifiuti è stato adottato per fare quadrare il bilancio che altrimenti non sarebbe mai andato in pareggio. Portare i rifiuti nelle discariche fuori Pachino costa 50 mila euro al mese e cioè 600 mila euro l'anno, mentre l'aumento del 60% della tassa porta un maggiore gettito di un milione e trecento mila euro che continueranno ad essere scialacquati con una gestione dissennata di esperti ed incarichi per amici ed amici degli amici».

Il presidente del consiglio Blundo ha poi fatto notare che anche gli altri comuni limitrofi conferiscono la spazzatura in discariche lontane ed affrontano i costi di trasporto, eppure nessuno ha adottato aumenti così drastici. «La verità è che si vuole evitare la dichiarazione di dissesto finanziario, forse perché in quel caso tutte le spese e la gestione economica passerebbero al vaglio dei commissari che azzererebbero tutte le spese inutili». Blundo poi ha difeso la scelta del consiglio di non approvare il financial project sulla discarica. «Abbiamo solo impedito che Pachino diventasse l'immondizzaio dell'intero sud Italia. Realizzando quel progetto tutta la spazzatura di Napoli sarebbe stata scaricata da noi con gravissimo pregiudizio per il nostro territorio e per la salubrità dell'aria e la purezza delle falde acquifere. Volevamo fare forse il ciliegino al profumo di immondizia?». Poi Blundo rincara la dose. «Il consiglio ha messo in condizione la città di avere una propria discarica approvando il mutuo con la Bcc di 600 mila euro per l'ampliamento del secondo comparto di Coste Sant'Ippolito, solo che per la incapacità degli amministratori che non riescono neppure a farsi approvare il progetto. Che senso ha allora la richiesta del mutuo per il quale paghiamo già gli interessi? E poi perché deve essere l'opposizione ad approvare il project financing? Chi non ha una maggioranza idonea che gli consenta di governare deve andarsene a casa e non mendicare appoggi dall'opposizione per poi chiamarla responsabile quando questo appoggio non arriva. Se il sindaco ha una maggioranza i sui progetti passano, se non ce l'ha i progetti non passano». Blundo inoltre ha accettato la sfida lanciatagli dal sindaco Campisi di un confronto pubblico in piazza. «Scegliamo un moderatore e confrontiamoci, -ha affermato- anche se la politica si fa in luoghi istituzionali. Questo è solo cortile».

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 31-05-2008 - Categoria: Politica

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