Realtà agricole a confronto Pachino.

Realtà agricole a confronto Pachino. PACHINO - Consorzio Igp pomodoro di Pachino a confronto con le realtà agricole ed imprenditoriali dei produttori, nei giorni scorsi nel salone del circolo dei soci della Bcc di Pachino. Organizzato dalla segreteria locale del Pd, la tavola rotonda si è svolta alla presenza dei deputati regionali Bruno Marziano e Roberto De Benedictis che hanno recepito le istanze di decine di operatori del settore che vivono giornalmente sulle loro spalle le difficoltà della produzione ma soprattutto della commercializzazione dei prodotti agricoli locali. Una difficoltà di settore, quella dei produttori agricoli, che da anni vive una situazione di crisi interrotta solo da sporadici eventi che fanno rimbalzare i prezzi per brevissimi periodi, ma che, subito dopo, riprendono il loro andamento negativo. Oltre al rischio imprenditoriale dunque, l'agricoltore è costretto a fare i conti con i costi di produzione altissimi che, nel caso del ciliegino si aggirano attorno ad un euro al chilogrammo, per poi affrontare un mercato che paga al produttore 0,90 centesimi, con una perdita secca per gli anelli più deboli della catena produttiva.

Il direttore del consorzio Igp Salvatore Chiaramida nel descrivere la situazione è stato caustico: «Il consorzio fa il possibile, ma il problema è macroeconomico». Mentre infatti gli imprenditori lottano per strappare ai mercati pochi centesimi di euro, nei maggiori porti nazionali arrivano centinaia di bancali di merci importate da paesi esteri ed a prezzi super concorrenziali. La crisi diffusa poi impedisce al consumatore di guardare alla qualità, preferendo la convenienza di un prodotto. Unica via di uscita, per il presidente del consorzio Sebastiano Fortunato è «concentrare l'offerta in maniera da imporre al mercato un prezzo più equo, ma anche aumentare la produzione dei prodotti a marchio». Ad oggi infatti si verifica un fenomeno in base al quale gli agricoltori locali producono ortofrutta convenzionale ritenendo che i costi del disciplinare di produzione Igp non risultino convenienti. Conseguentemente i grandi marchi che riforniscono intere catene di supermercati non riescono a stipulare contratti per quantitativi sufficienti di prodotti a marchio. Il marchio Igp dunque serve anche a difendere il prodotto ed il prezzo, dato che si tratta di ortofrutta che non può essere copiata. Ma la visione di Fortunato si scontra con le testimonianze di tanti piccoli agricoltori come ad esempio Giorgio Morana, portavoce dei piccoli sericoltori che dice: «Io ero iscritto al consorzio e mi sono cancellato». A scoraggiare i piccoli produttori non sono soltanto i costi di produzione a marchio che lievitano poiché costringono a portare i pomodori nei centri di conferimento autorizzati e spesso in mano a grossi commercianti, ma anche per i lacci e laccioli della produzione che impediscono ad alcune tipologia di prodotto di rientrare sotto la tutela del marchio Igp. Poi il monito da parte del consorzio di tutela: «Chi vuole intraprendere l'attività di produzione da solo, è perdente in partenza»
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Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 12-07-2010 - Categoria: Economia

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