Primi 280mila euro da Roma «Saranno pagati gli stipendi»

Primi 280mila euro da Roma «Saranno pagati gli stipendi» PACHINO - Circa 280 mila euro sarebbero stati accreditati nelle casse della casa municipale, frutto di trasferimenti da parte dello Stato nei confronti degli enti locali. Una somma piuttosto esigua, ma che potrebbe essere sufficiente a pagare gli stipendi dei dipendenti per una sola mensilità e al netto degli oneri previdenziali e delle somme accessorie. Sembra proprio questo l'orientamento della casa comunale: pagare con quanto arrivato, almeno gli stipendi di un mese e al netto di tutte le spese collegate ai salari. La decisione è stata accolta con una sospiro di sollievo da parte dei dipendenti che comunque sembrano decisi a mantenere in atto le forme di protesta. «Questa notizia - ha affermato Giusy Novello - è certamente positiva, ma non può farci desistere dalle forme di agitazione intraprese. L'esiguità della somma è infatti un motivo in più per gestire in maniera oculata la cosa pubblica. Ed invece l'annunciata ondata di revoche di tutti i progetti non c'è stata.

Ci chiediamo con ancora maggiore vigore da chi sia composta la commissione che deve valutare i soggetti coinvolti nei progetti e gli obiettivi raggiunti, e come mai, visto che si tratta di progetti obiettivo, le somme vengono liquidate mensilmente e non ad obiettivo raggiunto». Ma il fronte dei dipendenti in stato di agitazione sembra mostrare qualche momento di stanchezza. «E' vero - ha affermato la Novello - siamo stanchi soprattutto a livello psicologico. Per questo gradiremmo da parte di tutti i deputati regionali che sono venuti a manifestare la loro solidarietà, che ci fossero più fatti e meno parole, magari sollecitando la Regione al versamento delle somme e alle operazioni di controllo della spesa pubblica». Il presidio di dipendenti comunali in piazza Vittorio Emanuele, dunque, continuerà anche se in maniera un po' più blanda, così come sarà mantenuto lo stato di agitazione. Di fatto, a oggi, tutti hanno interrotto la forma di protesta più estrema, quella dello sciopero della fame, anche se i picchetti in piazza rimangono a tutt'oggi. Non mancano tuttavia impiegati che ritengono necessario modificare le forme di protesta e attuare delle modalità più incisive in modo da rendere maggiormente evidente lo stato di malessere della categoria degli impiegati comunali.

Sa. Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 21-09-2012 - Categoria: Politica

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