Porto Fossa, 500 yacht e un giro da 3 mln di euro

Porto Fossa, 500 yacht e un giro da 3 mln di euro MARZAMEMI - Dalla sparuta presenza di qualche piccola barca di pescatori alla fine degli anni '90, agli oltre 500 yacht attraccati nei quattro pontili che sono stati realizzati all'interno della rada, tra cui moltissime barche a vela che svernano nelle pacifiche acque antistanti il borgo di Marzamemi. Si tratta del porto Fossa, balzato agli onori delle cronache per essere uno dei porticcioli turistici più attrezzati e accoglienti, nati grazie all'iniziativa di privati illuminati che hanno scommesso nella nautica da diporto e hanno saputo scorgere, con lungimiranza, tutte le potenzialità di quel porticciolo abbandonato e costruito un tempo unicamente per finalità commerciali legate alla spedizione del mosto e del vino. Anima e motore dello sviluppo di porto Fossa e dell'economia turistica di cui beneficiano la frazione di Marzamemi e le località vicine, è Corrado Moncada, biologo di professione ma con una passione innata per la nautica e per quanto ruota attorno al mare. «Il porto per me è come una grande famiglia - dice -. Tutto è nato dalla grande passione per il mare e per i viaggi. Il porto dunque non è un lavoro, ma un hobby e un desiderio di conoscere e di scambiare rapporti umani». Da qui la nascita del primo molo e poi, via via degli altri con la realizzazione di un vero e proprio porto turistico in miniatura, orgoglio di tanti appassionati locali e meta ambita di quanti amano il turismo nautico. Un porto da cui, quest'anno, sono passati anche tanti volti noti: da Montezemolo a Bersani, da Maria De Filippi a volti noti del cinema sia italiani che stranieri.

Un comparto, quello della nautica, che oggi soffre un po' per la crisi strisciante che ha prodotto un calo del 30% delle presenze italiane nell'aprodo, ma che rimane costante per gli stranieri, sia in transito sia stanziali con numerosi francesi e inglesi che quest'anno sverneranno all'interno del porto. Un turismo d'élitte capace di muovere un'economia di tutto rispetto, che conosce il suo periodo clou nei mesi che vanno dalla primavera all'autunno, ma che anche d'inverno non rimane mai immobile. «Complessivamente, - afferma Moncada - il settore della nautica che ruota attorno al porto di Marzamemi muove circa 3 milioni di euro l'anno, ma le potenzialità sono molto maggiori se si riuscisse a creare un porto grande con le aree di cantiere e un rimessaggio, ma anche con le infrastrutture giuste». Sì, perché il limite maggiore allo sviluppo turistico è legato alla carenza di servizi e di infrastrutture. Tra il porto Fossa e la città mancano i collegamenti, e non esiste neppure una fermata del bus navetta. «Eppure la creazione di servizi dovrebbe essere un'esigenza primaria - conclude Corrado Moncada - perché chi arriva in porto vuole girare l'entroterra, vuole esplorare posti nuovi, è alla ricerca di luoghi mai visitati. Ecco perché il porto è una ricchezza che noi abbiamo già senza bisogno di attendere la realizzazione di approdi turistici che sembrano più una chimera. Basta attrezzarsi ed aprirsi anche alle barche medio-grandi». Facile a dirsi, ma difficile a farsi. O no?

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 16-09-2012 - Categoria: Cronaca

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