Parco archeologico, uno scempio

Parco archeologico, uno scempio PORTOPALO - «Il parco archeologico è l'emblema della vergogna e di come, in poco tempo, si può distruggere il bene comune grazie all'incuria e al vandalismo». A formulare questa denuncia pubblica, durante la funzione liturgica serale di domenica scorsa, davanti ad una chiesa colma di persone, è stato il parroco don Palacino, uno senza peli sulla lingua, abituato da sempre a dire le cose apertamente, piacevoli e spiacevoli che siano. «Nei giorni scorsi, - ha esordito il prete della chiesa San Gaetano - ho accompagnato alcuni turisti al parco archeologico di contrada Cicogna. Non l'avessi mai fatto. Tale era lo scempio in quell'area che mi sono letteralmente vergognato. Una struttura costata un bel po' di soldi pubblici, abbandonata e ridotta ad un rottame, con i vetri dello spazio museale danneggiati e il muro di cinta sconquassato. Come si possa ridurre così un bene a pochi mesi dalla sua inaugurazione è una cosa a dir poco scandalosa». Il parroco si scaglia contro chi non muove un dito per proteggere il parco. «A distruggere sono stati soprattutto dei ragazzi, - aggiunge don Palacino - talmente diseducati dai loro genitori, assenti in tutto e per tutto nelle fasi di crescita dei loro figli. Questi giovani, ricchi solo di ignoranza e insensibilità verso il bene collettivo, conoscono solo il verbo rompere.

Tanto sono consapevoli che nessuno li chiamerà a risarcire perché qui chi deve imporre il rispetto del bene pubblico e del territorio è distratto, impegnato altrove. L'alternativa è una sola: un controllo serio e rivalersi verso le famiglie di questi vandali, chiamandoli a risarcire i danni, altrimenti qui non rimarrà nulla». La pubblica denuncia di don Palacino accende nuovamente i riflettori sul parco archeologico, a distanza di alcuni mesi. In inverno, infatti, grazie ai rilievi di due consiglieri comunali di maggioranza (Edmondo Pisana e Corrado Scala), ci si era chiesti quali fossero le iniziative che il gestore avrebbe messo in campo per la salvaguardia, difesa ed utilizzo dell'area archeologica di contrada Cicogna. Da allora ad oggi la risposta dei gestori è rimasta allo zero assoluto, al nulla di nulla, alla stasi più totale e con l'aggravante che il gestore stesso risulta moroso nei confronti del comune. Siamo ad un passo dalla barzelletta vera e propria anche se qui da ridere c'è veramente poco. A poche settimane dall'avvio dell'estate, nulla si sa dei programmi di utilizzo della struttura archeologica da parte del gestore. Al momento, di certo ci sono solo le penose condizioni del parco.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 25-05-2010 - Categoria: Cronaca

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