Omaggio a due eroi pachinesi

Omaggio a due eroi pachinesi PACHNO - A distanza di 125 anni, ha reso nuovamente omaggio a Diego Arangio e a Antonino Adamo, eroi del risorgimento nazionale e figli della città, riapponendo le lapidi originali che l'amministrazione comunale del tempo, era il lontano 1888, fece affiggere a Palazzo di città, demolito nei primi anni Ottanta. Le due lapidi, di oltre 80 chili ciascuna, sono state ritrovate, dopo essere state ritenute disperse, da Guido Rabito, esperto dell'amministrazione comunale e che sta curando la formazione di un museo etno-antropologico nei locali dell'antico palmento di Rudinì. Lì le lapidi, nella giornata di martedì scorso, sono state riapposte, rendendo omaggio ai due patrioti ed eroi nazionali, conosciuti ovunque, ma poco ricordati proprio nella loro città natale, dove vissero, si formarono, e morirono poveri. Si tratta di due servitori della patria, due eroi quasi dimenticati come dimenticate erano state le loro lapidi messe in salvo prima della nefasta demolizione del vecchio palazzo di città. «Le ho ritrovate nei magazzini della casa municipale, - ha affermato Rabito -, inserite in un'intercapedine tra un muro ed una grande scaffalatura.

Qualcuno, cercando di mettere in salvo quei due pezzi di marmo che rappresentavano anche dei pezzi di storia e delle testimonianze della nostra cultura e della nostra storia, ritenne di inserirle in quella intercapedine dimenticata, invisibili all'occhio distratto. Per anni sono state lì. Della loro esistenza si sapeva perché le due lapidi con iscrizione erano state immortalate in alcune foto, ma nessuno sapeva che fine avessero fatto, tanto da ipotizzarne l'avvenuta distruzione». Fu così che, in occasione della pubblicazione del libro su Diego Arangio scritto dal preside Paolo Dipietro, nella sede del palazzo centrale fu apposta una copia della lapide in questione recante la medesima iscrizione. Ma a seguito del ritrovamento degli originali, l'amministrazione ha ritenuto opportuno fissarle al palmento di Rudinì che da qualche tempo viene utilizzato come contenitore culturale per ospitare tutte quelle testimonianze etnico-antropologiche che fanno parte del dna locale. È qui che si possono visionare gli strumenti della cultura contadina, i busti dei benefattori locali, i reperti archeologici ritrovati in loco ed affidati al Comune di Pachino. Purtroppo la posa delle due lapidi è avvenuta in sordina, senza alcuna cerimonia ufficiale per onorare la memoria dei due insigni personaggi. Tuttavia l'avere ridato lustro ai due patrioti, a distanza di ben 125 anni dalla prima apposizione delle due lapidi, basta a rendere onore almeno alla memoria storica pachinese.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 10-01-2013 - Categoria: Cronaca

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