«Lo svincolo è un esempio di pazzia»

«Lo svincolo è un esempio di pazzia» Salvatore Borgh, componente del direttivo pachinese del Partito Democratico, interviene sulla querelle relativa al collegamento di Pachino con l'autostrada Siracusa-Gela. «Devo ammettere – dichiara Borgh - che qualche anno fa, quando Gioacchino La Corte decise di intraprendere la battaglia per lo svincolo di Pachino, non la considerai una cosa buona. L'idea di dovere modificare un qualcosa, che era stato programmato così tanto tempo fa, proprio a ridosso dell'inizio dei lavori, mi faceva pensare ad una battaglia neanche donchisciottesca, ma dannosa». Borgh parla di maggiori benefici per la popolazione pachinese e di Portopalo che oggi non beneficiano affatto dello svincolo piazzato dove si trova adesso. «Meglio uno svincolo un po' scomodo, credevamo, che nessuno svincolo e nessuna autostrada. Oggi, però, la realtà è peggiore delle peggiori previsioni. Lo svincolo di Calabernardo – sottolinea l'esponente del Pd pachinese - è un esempio di pazzia progettuale, che immette lo sbocco autostradale in una viabilità da pista ciclabile, non certo da traffico del 2008. E questa è una realtà inoppugnabile». La soluzione al problema verte su due ipotesi (lo svincolo alla «Cianata di Maria», come vorrebbe La Corte oppure o l'eliminazione dei caselli e la costruzione della bretella) che Borgh definisce sbagliate e inutili. «Partiamo dalla seconda: ha ragione La Corte quando dice che la costruzione della bretella sarebbe un inutile dispendio di risorse.

Costruire una bretella significherebbe solamente arrivare prima all'ingorgo, non lo eviterebbe di certo. La bretella potrebbe un pò agevolare il traffico verso Pachino, ma quello da e per Noto non ne gioverebbe per nulla, quindi situazione pressoché invariata. L'eliminazione dei caselli, inoltre, è una soluzione abbastanza traballante. Ad oggi i caselli non ci sono, ma la fila si. E la fila si forma non tanto prima dell'eventuale pedaggio, ma dopo. A causa, sappiamo, della viabilità provinciale che non è all'altezza. Dico anche che non possiamo immaginare di togliere caselli da un'autostrada data in concessione proprio per speculare sui pedaggi. Così come avviene nel resto d'Italia, anche dalle nostre parti ci dobbiamo abituare a pagare per un servizio che ci dovrebbe far risparmiare tempo e, quindi, denaro. D'altra parte – conclude Salvatore Borgh - non mi pare di aver mai visto turisti che a Taormina tornino indietro, con uno svincolo anche peggiore del nostro».

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 30-04-2008 - Categoria: Cronaca

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