La Sicilia sceglie la sicurezza e la tracciabilità alimentare

Un programma per lo sviluppo del settore agroalimentare della regione

Il comparto agroalimentare siciliano costituisce uno dei settori propulsivi e trainanti dell’intera economia isolana. Le Autorità regionali hanno da un lato favorito la valorizzazione di queste produzioni per mezzo dell’utilizzo di marchi di attestazione di origine a valenza comunitaria (Dop e Igp), dall’altro si sono impegnate ad attuare un programma per garantire la qualità-sicurezza-tracciabilità del comparto, grazie a un sistema di servizi e innovazioni e soprattutto sostenendo le imprese in questo percorso. Rientra in tale programma la nascita dell’Asca, la prima agenzia italiana per la sicurezza e il controllo alimentare.

Sapere fare, per fare sapere: quello che a prima vista può sembrare un semplice slogan è invece uno degli obiettivi prioritari dell’assessore all’Agricoltura della regione Sicilia, Innocenzo Leontini.
Il comparto agroalimentare siciliano costituisce uno dei settori propulsivi e trainanti dell’intera economia isolana. I risultati ottenuti in questi anni - in un’epoca di globalizzazione nella quale è necessario contrastare la competitività di partner internazionali e le emergenze sanitarie che continuano a colpire il comparto agrozootecnico a livello mondiale - non sono più sufficienti.

Ecco allora che per garantire un maggiore sviluppo al comparto e metterlo nelle condizioni di affrontare i competitor internazionali diventa indispensabile sapere fare, vale a dire fare in modo che gli attori dell’intero settore siano in grado di dar vita a un’agricoltura forte e di qualità, che coniughi sicurezza alimentare, sviluppo sostenibile e reddito dei produttori.
Come ridare fiducia al moderno consumatore non più acquirente di beni indifferenziati, ma orientato verso prodotti a maggiore contenuto di servizi, che chiede una più ampia varietà di scelta ed esige una qualità minima garantita?

Considerato che la Sicilia dispone di comprensori fortemente vocati per l’ottenimento di produzioni tipiche con caratteristiche di genuinità davvero inimitabili, l’Assessorato ha, da un lato, favorito la valorizzazione di queste produzioni per mezzo dell’utilizzo di marchi di attestazione di origine a valenza comunitaria (Dop e Igp), dall’altro si è impegnato ad attuare un programma per garantire la qualità-sicurezza-tracciabilità del comparto agroalimentare isolano e lo ha fatto grazie a un sistema di servizi e innovazioni e soprattutto sostenendo le imprese in questo percorso.
Rientra in tale programma la nascita dell’Asca, la prima agenzia italiana per la sicurezza e il controllo alimentare.

L’accordo quadro per la sua costituzione ha visto la partecipazione dell’assessorato regionale all’Agricoltura in qualità di ente coordinatore e capofila, del Consorzio regionale di ricerca sul rischio biologico, del Centro per l’innovazione agroalimentare Agroinnova di Torino, della Provincia regionale di Ragusa e del Comune di Ispica. Il coordinamento scientifico e la presidenza sono stati affidati al professore Giorgio Calabrese, membro dell’Autorithy Europea della Sicurezza Alimentare a Bruxelles, nonché vice presidente dell’Istituto nazionale per la ricerca degli alimenti e della nutrizione.

L’Agenzia ha sede a Ispica, nel ragusano. Si tratta di una struttura progettata come open space con un laboratorio dotato di una sofisticatissima strumentazione (foto principale e foto 1) e un’ampia sala congressi, dove si prevede di accogliere anche scolaresche per incontri formativi sulla sicurezza alimentare.

Quali sono le funzioni di quest’organismo? L’Asca avrà il compito di monitorare, controllare e garantire i prodotti orticoli di serra e di pieno campo; tale attività si inserirà nell’ambito di quella prevista dall’Efsa (European Food Safety Authorithy), l’autorità europea per la Sicurezza alimentare istituita ai sensi dell’art. 36 del Regolamento Ce 178/2002.
Il monitaraggio e la gestione dell’attività analitica saranno affidati a una rete di laboratori presenti sul territorio regionale i quali, pur attenendosi a una stessa metodologia di indagine, dovranno specializzarsi in funzione delle caratteristiche produttive del territorio stesso. Le analisi effettuate valuteranno tutti i parametri richiesti dalle varie nazioni per poter importare ed esportare i prodotti ortofrutticoli, individuando la presenza di pesticidi, erbicidi e di altre sostanze il cui uso è proibito, senza dimenticare la presenza di micotossine, metalli pesanti e sostanze non dichiarate. Inoltre è stato allestito un apposito settore riservato all’analisi genetica, in grado di determinare sia la quantità sia la qualità del transgenico eventualmente presente. Chiaramente se nel prodotto esaminato viene individuata la presenza di Ogm, il laboratorio non rilascia la certificazione.

E’ bene sottolineare che il rilascio del marchio da parte dell’Asca avverrà su base volontaria, nel senso che i produttori non saranno obbligati a far certificare le proprie produzioni. Alle aziende che decidono di qualificare i loro prodotti con una certificazione pubblica l’Asca rilascerà il bollino solo nel caso in cui essi avranno rispettato i disciplinari e determinate tecniche di produzione.

“Per sfondare nei mercati internazionali – spiega l’assessore Leontini – bisogna fare in modo che la qualità diventi sistema. Il marchio Sicilia Agricoltura rilasciato dall’Asca è un primo passo e consentirà di differenziare il prodotto agroalimentare siciliano da quello di altri competitor che offrono prodotti massificati a basso costo. Attraverso l’attività di questo organismo riusciremo a far sapere ai consumatori che le nostre produzioni non solo sono qualitativamente elevate, ma soprattutto sicure, in molti casi dotate di effetti salutistici (basti pensare alle ricerche condotte sul vino e sulle arance siciliane) e con un ottimo rapporto qualità-prezzo”.

Oltre alle attività di controllo, dunque, l’Asca svolgerà attività di comunicazione, informazione ed eventualmente allerta delle Associazioni dei consumatori e dei produttori sui risultati e su eventuali rischi igienico-sanitari che potrebbero mettere a repentaglio la salute pubblica.


Intervista al presidente dell’Asca Giorgio Calabrese

Con il presidente dell’Asca abbiamo discusso delle funzioni e dei principali ambiti di attività di quest’organismo.

A livello internazionale le continue emergenze sanitarie in campo alimentare hanno posto l’accento sulla questione della sicurezza. Che valenza assume in questo contesto la creazione in Sicilia della prima Agenzia italiana per la sicurezza e il controllo alimentare?
“L’Asca costituisce un valore aggiunto non solo per la Sicilia, ma per l’Italia e per l’Europa. Questo ente infatti garantirà la sicurezza, la tipicità e l’eccellenza dei prodotti non soltanto siciliani. Le continue emergenze sanitarie stanno minando la fiducia dei consumatori. Diventa indispensabile, dunque, che istituzioni accreditate sottopongano le produzioni a controlli severi per ricercare tutti quegli elementi che potrebbero mettere a rischio la salute pubblica; così facendo si può attuare un’attività di prevenzione ancor prima di entrare nella patologia”.

Come mai le certificazioni rilasciate da quest’ente hanno carattere volontario?
“La certificazione fondamentalmente deve rimanere volontaria. L’Asca non deve imporre ma controllare. Chi non si fa certificare non può addurre certamente i motivi economici, perché per i primi tre anni questa procedura non comporta per l’azienda alcun costo. L’Agenzia, attraverso la sua rete di laboratori - dislocati a Ispica, Catania, Palermo, Sciacca, Trapani e Marsala - garantirà processi produttivi chiari e trasparenti, certificando con il suo marchio la sicurezza dei prodotti orticoli di serra e di pieno campo”.

Sono già state rilasciate certificazioni alle produzioni isolane?
“Occorre sottolineare che qualunque ente certificatore quando viene costituito è sottoposto a sua volta per un determinato periodo di tempo a certificazione da parte di un altro ente. All’Asca sta facendo da tutor il Csqa di Vicenza. Tuttavia l’Agenzia ha già provveduto a certificare il primo prodotto isolano, vale a dire l’Uva di Canicattì”.


Interventi dell’Assessorato in materia di ricerca e sperimentazione

Se la qualità e la sicurezza in materia alimentare sono ormai divenute indispensabili per rendere competitivo il comparto agroalimentare, un ruolo non certamente minore svolgono la ricerca e la sperimentazione.
Alla luce di questa filosofia, l’Assessorato all’Agricoltura della regione Sicilia sta lavorando a un progetto volto alla costituzione del Centro di Ricerca Ibleo. Una scelta certamente non casuale quella della sua dislocazione, ma dettata dal fatto che questo territorio si colloca tra quelli isolani ad altissima vocazione agricola.

La realizzazione di questa struttura, che dovrebbe essere operativa in circa tre anni, ha reso necessario uno stanziamento di due milioni di euro, dei quali 400.000 per la sistemazione della struttura che dovrà ospitarlo e 1.600.000 per la ricerca.

Il Centro di ricerca sarà opsitato dall’ex Istituto Agrario di Vittoria, che dispone di numerosi appezzamenti di terreno necessari per le sperimentazioni che saranno condotte. Quest’organismo, infatti, si occuperà di ricerca finalizzata a:
- conservazione della fertilità del suolo;
- contenimento dell’emissione di anidride carbonica nella coltivazioni in serra;
- valutazione dell’efficienza dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue per uso irriguo;
- genomica e tracciabilità per assicurare la salvaguardia delle produzioni tipiche;
- gestione avanzata dei parametri ambientali nelle serre.

“Nei piani del Governo – spiega l’Assessore all’Agricoltura, Innocenzo Leontini – quest’organismo insieme all’Asca permetterà di differenziare le nostre produzioni sui mercati. Finalizzato allo studio e alla formazione destinate a qualificare le produzioni, valorizzare e salvaguardare le risorse ambientali, il Centro di ricerca consentirà di promuovere lo sviluppo delle colture protette, ma soprattutto del settore agroalimentare nel suo complesso. Al momento – conclude l’assessore – abbiamo provveduto a insediare il Cda, che sarà presieduto da Antonio Cusumano e del quale faranno parte Franco Antoci (presidente della Provincia regionale di Ragusa) e Salvatore Barbagallo (preside della Facoltà di Agraria di Catania)”.

Gaia Calabria, 14 dicembre 2005
Fonte: Greenplanet.net/Gaia Calabria il 14-12-2005 - Categoria: Economia

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net