La rivolta dei migranti scappano in più di 100

La rivolta dei migranti scappano in più di 100 PORTOPALO - Oltre cento migranti sono fuggiti ieri in tarda serata dal mercato ittico portopalese, da un paio di giorni adibito a centro per l'accoglienza degli immigrati sbarcati due giorni addietro in contrada Cicogna. La fuga è scattata all'improvviso. Usciti dalla struttura, i migranti hanno effettuato una vera e propria carica verso le forze dell'ordine, in numero di gran lunga inferiore, correndo all'esterno del mercato e sparpagliandosi nel territorio circostante. Alcuni poliziotti sono rimasti feriti durante la fuga. Immediatamente sono partite le ricerche dei fuggitivi nel tentativo di riportarli al mercato ittico. La tensione è esplosa dunque in tarda serata. In precedenza, i migranti avevano deciso di attuare uno sciopero della fame e della sete, interrotto solo nel tardo pomeriggio di ieri. Mercoledì sera, il cibo portato dai volontari di protezione civile è rimasto dentro i contenitori, stesso discorso ieri mattina per le colazioni e successivamente per il pranzo. Nel pomeriggio di ieri, alcuni hanno cominciato ad accusare dei malori, causati dalla mancanza di idratazione, problema amplificato dal caldo di questi giorni di fine agosto. All'interno del mercato ittico si respirava un'aria tesa. I migranti non si sono sottoposti all'identificazione tramite le impronte digitali. Alcuni volontari, presenti all'interno del mercato ittico, avrebbero riferito che il motivo della protesta sia da attribuire alla ferma intenzione dei migranti di accelerare il più possibile le procedure per lasciare la Sicilia e l'Italia, essendo la loro meta la Germania o l'Inghilterra, comunque l'Europa centro-settentrionale. Le forze di polizia hanno controllato anche l'ingresso all'interno dell'area dove sono ospitati gli immigrati. E' tassativamente vietato effettuare riprese e scattare fotografie senza precisa autorizzazione. Un poliziotto si para subito davanti appena vede un soggetto con macchina fotografica, ripetendo con tono monocorde: "non mi costringete a buttarvi fuori da qui".

Anche questi sono segnali che confermano la mancanza di tranquillità rispetto a sbarchi precedenti. Persino il comportamento dei volontari è diverso dal solito, nettamente più guardingo rispetto al passato. Una delle poche certezze è l'inadeguatezza della struttura mercatale per situazioni simili. Qualcuno all'interno dell'area adibita a centro temporaneo di prima accoglienza si affretta a smentire casi di tbc. Ben Dafhar, conosciuto a Portopalo come "Giovanni il tunisino", è uno degli interpreti a disposizione delle forze dell'ordine. «E' la prima volta che mi capita una situazione simile, - afferma Giovanni - come al solito sia le forze dell'ordine che i volontari hanno fatto il massimo in termini di accoglienza. Purtroppo, registriamo un atteggiamento non collaborativo dei migranti sbarcati e condotti qui. Restano a colloquiare tra di loro in una lingua che non riesco a comprendere, probabilmente un idioma locale. Qualcuno di loro mi ha detto soltanto che non si faranno prendere le impronte digitali poiché al momento della partenza dalle coste africane sarebbero stati informati circa l'impossibilità a lasciare l'Italia dopo la procedura identificativa. Penso che questo atteggiamento sia sbagliato e non rispettoso delle leggi dello Stato italiano che li sta ospitando e accogliendo come si deve. Abbiamo fatto il massimo anche questa volta, se rifiutano cibo e acqua non è di sicuro colpa nostra». Gli unici, ovviamente, a bere e mangiare sono stati i bambini. Ieri sono intervenuti anche i delegati dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr). In serata l'assalto dei migranti nei confronti delle forze dell'ordine. Una situazione molto grave, mai verificatasi prima a Portopalo e che potrebbe vedere oggi la presenza al mercato ittico di agenti del nucleo antisommossa.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 31-08-2012 - Categoria: Cronaca

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