Il Cga ridà la poltrona a Rabito

Il Cga ridà la poltrona a Rabito PACHINO - Il Cga di Palermo (Consiglio di giustizia amministrativa, organo di appello del Tar) rimette in gioco l'ex presidente del Consiglio Andrea Rabito e gli restituisce la poltrona di presidente del civico consesso. La notizia è arrivata solo nel tardo pomeriggio di ieri dopo che mercoledì si era tenuta l'udienza di fronte al collegio giudicante. Il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto l'istanza di Rabito che aveva impugnato la decisione del Tar che a sua volta aveva rigettato la richiesta di sospensiva, rinviando le decisioni di merito. Le motivazioni dell'ordinanza non sono ancora state rese note, per cui si attende di capire in che termini il consiglio ha deciso e conseguentemente deliberato. Fatto sta che Rabito ora dovrebbe essere reintegrato nella poltrona più alta del civico consesso comunale. Prudenti le dichiarazioni del diretto interessato che così commenta la notizia: «Assieme al mio legale, aspettiamo con ansia di leggere le motivazioni. Una cosa è certa: il Cga ha sovvertito il responso del Tar, comprendendo la serietà delle argomentazioni sottoposte al collegio giudicante. Se le motivazioni confermeranno quanto si palesa, da oggi sono di nuovo io il presidente del Consiglio comunale, e mi chiedo quale valore abbiano tutti gli atti esitati nel frattempo dalle assise municipali».

Rabito era stato sfiduciato a marzo da una maggioranza di 13 consiglieri comunali. Ne era derivato un lungo braccio di ferro tra lo stesso Rabito e il segretario generale e l'intera amministrazione. Rabito infatti non riteneva sufficiente il quorum, anche alla luce della nuova normativa che ritiene necessari 14 voti favorevoli. Per questo, in seno alla seduta di sfiducia, aveva dichiarato «non approvato» il punto relativo al suo impeachment. Il segretario generale, spalleggiato dall'amministrazione comunale, aveva invece dichiarato valida la sfiducia, ritenendo di applicare la vecchia normativa secondo cui erano sufficienti 13 voti favorevoli. Il contenzioso finì non solo nelle aule della giustizia amministrativa, ma anche davanti a quelle della Procura della Repubblica di Siracusa, visto che Rabito denunciò per «abuso di atti d'ufficio» il segretario generale del Comune, reo a suo dire di «avere redatto verbali della seduta incriminata omettendo alcune parti e dichiarando un esito differente rispetto alla proclamazione». Nel calderone della denuncia finirono anche il consigliere anziano firmatario dei verbali ed il nuovo presidente del civico consesso nel frattempo eletto. La notizia dell'accoglimento della sospensiva è piombata come un uragano nel mondo politico locale che ora si interroga sul da farsi. Peraltro, in questo momento, la vicepresidenza del civico consesso è vacante per effetto delle dimissioni di Spataro che mercoledì è andato a ricoprire la carica di assessore.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 07-09-2012 - Categoria: Politica

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