Giliberto: Dalle intercettazioni si evince che non si è mai parlato di denaro.

Giliberto: Dalle intercettazioni si evince che non si è mai parlato di denaro. PACHINO - L'ex assessore ai Servizi sociali e alla Sanità Giorgio Giliberto - accusato di concussione - attraverso il suo difensore di fiducia, l'avvocato Antonio Fiumefreddo, ha chiesto al pubblico ministero Claudia D'Alitto, a integrazione delle indagini preliminari, di ascoltare e comunque di far trascrivere alcune intercettazioni ambientali e telefoniche dalle quali si evincerebbe che, nei dialoghi intrattenuti, con la parte offesa non si è mai parlato di pagamento di somme di denaro. Secondo l'ex assessore municipale l'ascolto delle bobine contenenti le conversazioni intercettate dagli agenti della Squadra mobile fa apparire sotto un'altra luce tutta la vicenda e soprattutto indurrebbe a ritenere verosimile la sua innocenza in relazione alla gravissima contestazione di reato che invece gli viene contestata. Giliberto, infatti, sospetta di essere stato il capro espiatorio di una controversa e deprecabile vicenda aventi per protagonisti da un lato Valerio Bonconsiglio, presidente dell'Associazione «Snoopy» e dall'altra amministratori della cosa pubblica, non solo di Pachino ma anche di altre città interessate a risolvere l'annoso problema del randagismo e di possibili rifugi per i cani. L'avvocato Fiumefreddo, nella richiesta di integrazione indagini, fa rilevare che un contenzioso si era aperto tra il presidente dell'Associazione «Snoopy» e l'ex assessore Giliberto, a causa del fatto che quest'ultimo non era intenzionato ad affidare alcun servizio a quella struttura, ma puntava a far realizzare un canile a Pachino.

«Il mio cliente si è più volte incontrato con il signor Bonconsiglio, ma mai hanno parlato di soldi. E di denaro non si è neanche parlato nell'incontro del primo settembre dello scorso, avvenuto all'interno di un bar di Avola», ricorda nella memoria difensiva il penalista del foro di Catania. Tra l'altro, quell'incontro era tenuto sotto controllo a debita distanza dagli agenti della Squadra mobile, che, grazie alle «cimici» ascoltavano sospiri e parole dette da Giliberto e da Bonconsiglio. «La consegna della busta, con dentro cinque banconote ognuna da 500 euro, fu data dal Bonconsiglio quando Giliberto si era già infilato dentro la propria auto. "Qui c'è la lettera per il Comune", avrebbe detto Bonconsiglio. E prima ancora che Giliberto l'aprisse, sono arrivati i poliziotti che gliela sequestrarono, ammanettandolo con l'accusa di concussione». Il Gip Storaci gli emise contro la misura degli arresti domiciliari, ma poi il Riesame l'annullò e Giliberto ritornò in libertà.

Pino Guastella
Fonte: LaSicilia.it il 23-11-2011 - Categoria: Cronaca

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