Dalla Sicilia all'Europa: l'Italia di Vitaliano Brancati

A cinquant'anni dalla sua morte, lo scrittore siciliano Vitaliano Brancati, torna d'attualità sulla scia del successo del film televisivo «Il Bell'Antonio», tratto dal suo romanzo omonimo, e per merito di un'iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività culturali, con una mostra che ha potuto utilizzare materiale messo a disposizione dall'Istituto di storia dello spettacolo di Catania. Presente l'attrice Anna Proclemer, moglie dello scrittore e la figlia Antonia, a Roma, presso la Biblioteca Nazionale Centrale si è appena inaugurata l'esposizione «Dalla Sicilia all'Europa: l'Italia di Brancati», nona tappa del ciclo espositivo «Da libro a libro: le Biblioteche degli scrittori», che si è aperto nel 1993 con Gabriele D'Annunzio ed è proseguito con mostre dedicate a Pascoli, Pirandello, Ungaretti, Verga, Manzoni, Svevo e Bassani. Questo nono ciclo dedicato a Vitaliano Brancati, nato in terra di Sicilia, rivaluta e attualizza uno scrittore e intellettuale di spicco già negli anni Trenta. All'inaugurazione della mostra, lo scrittore Stanislao Nievo ha annunciato la creazione di un «parco letterario» dedicato a Brancati. Le diverse divisioni della mostra ripercorrono l'intero itinerario culturale dello scrittore siciliano: letterario, teatrale e cinematografico, in maniera tale da definire l'ambiente in cui Brancati visse e lavorò. Sono stati ricostruiti, nello spazio espositivo, i caffè di via Etnea a Catania, dove Brancati trascorreva lunghi pomeriggi fra le chiacchiere degli amici che tanta parte avranno nella sua opera e i caffè di via Veneto, a Roma, dove incontrava Moravia, Cardarelli, Pannunzio, Palazzeschi, Levi, Penna e Flaiano, tra i protagonisti della stagione letteraria di quell'epoca. Nella mostra sono esposti i volumi della biblioteca dello scrittore, tra cui spicca la predilezione per i classici francesi, in particolare Gide e Proust e vi figurano anche le raccolte di epistolari, tra cui quelle più significative con Croce, Longanesi, Silone, Prezzolini, Flora e molti altri personaggi della cultura italiana dell'epoca in cui Brancati visse.

E ancora una campionatura dei manoscritti tra i più importanti, tra cui l'autografo del «Bell'Antonio» e addirittura reperti fotografici e cinematografici, cartelloni e locandine di film, e oggetti personali per ricordare l'ambiente familiare e cittadino in cui lo scrittore operava. Numerose sono le testimonianze di solidarietà esposte, tra cui quelle di Montale e Visconti, che Brancati ricevette al momento della censura che colpì una delle sue opere, «La Governante», di cui viene esposto il copione originale, con correzioni autografe. In mostra anche l'epistolario inedito con Borgese e il testo, sempre inedito, di una conferenza contro la censura che Brancati tenne a Firenze nel 1950. La mostra di Roma, alla Biblioteca Nazionale, è dunque un'agevole ricognizione che mette in luce le componenti culturali di un protagonista di spicco della travagliata vicenda italiana tra le due guerre e dell'immediato secondo dopoguerra. Talento precoce, Vitaliano Brancati (1907-1954), è non solo scrittore, ma anche intellettuale di spicco, che negli anni del suo grande impegno incarnò una nuova grandezza mediterranea. La Mostra successivamente sarà allestita a Pachino, città natale dello scrittore, arricchita da una rassegna di film tratti dalle sue opere o nei quali Brancati lavorò come sceneggiatore.

Roberta Nunnari
Fonte: GazzettadelSud.it il 04-05-2005 - Categoria: Cultura e spettacolo

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