Ciliegino boicottato, corale reazione

Ciliegino boicottato, corale reazione PACHINO - (Salvatore Moncada) L'appello a non comprare il pomodoro di Pachino lanciato dal conduttore televisivo Alessandro Di Pietro dagli schermi di Rai Uno, nel corso della trasmissione "Bontà loro", finisce sui tavoli dei magistrati di Roma e di Siracusa. Il Consorzio che si occupa della tutela del pregiato prodotto orticolo ha infatti deciso di sporgere denuncia nelle Procure delle due città. Nella trasmissione incriminata, condotta da Maurizio Costanzo, Di Pietro spiegando parte dell'iter che va dalla produzione al confezionamento del pomodorino di Pachino, ha parla di infiltrazioni della criminalità organizzata nella "filiera". Da qui l'invito ai consumatori allo "sciopero" del ciliegino con l'astensione dall'acquisto del prodotto per due giorni. Il consorzio Igp, del quale fanno parte 26 cooperative agricole, si ribella. «Non si possono usare quelle parole in Tv – dice il presidente del Consorzio, Sebastiano Fortunato - stiamo discutendo su come reagire abbiamo fatto degli incontri, settimana prossima facciamo assemblea. Non voglio aggiungere altro». Tra i politici siciliani c'è indignazione per quanto è accaduto. Per il ministro Stefania Prestigiacomo «è intollerabile che dalla tv pubblica giungano appelli alla distruzione di un sistema economico fatto da cinquemila piccoli produttori e 14 cooperative che puntando sulla eccellenza e unicità di un prodotto hanno reso il ciliegino Igp sinonimo di qualità in tutto il mondo». E aggiunge: «Chiederò alla Rai e a Maurizio Costanzo, autore del programma di ritrattare pubblicamente queste assurde e dannosissime accuse e di venire a Pachino per verificare una delle più positive, virtuose e trasparenti realtà di sviluppo sostenibile del Mezzogiorno». In serata al ministro ha risposto il presentatore tv Maurizio Costanzo: «Sentirò la Prestigiacomo – ha detto - e poi vedremo. Sono pronto a dire qualcosa lunedì in apertura del programma». Alessandro Di Pietro si è detto «d'accordo con il ministro Prestigiacomo che bisogna difendere il "Pachino", ma non con la criminalità organizzata». Ed ha poi precisato: «Grasso e io abbiamo sempre parlato del pachino normale, non del pachino dop che risponde ad un protocollo di produzione che garantisce i produttori e i consumatori: questo tipo di pomodorino non ha nessuna interferenza mafiosa e infatti costa meno del normale "Pachino" che sta sui mercati italiani». Numerose le prese di posizione sulla vicenda. L'assessore regionale all'agricoltura Elio D'Antrassi definisce le affermazioni fatte dal conduttore televisivo Di Pietro «false e prive di fondamento. L'area in questione – evidenzia – non presenta alcuna criticità. Inoltre, il paventato boicottaggio dei pomodorini di Pachino, contro la distribuzione indicata come mafiosa, così come emerso nel corso della stessa trasmissione, penalizzerebbe per primi i produttori onesti che a pochi centesimi al chilo vendono il loro prodotto, apprezzato in tutto il mondo. Le soluzioni da ricercare sono altre, ad esempio consolidando e incentivando gli accordi interprofessionali tra i diversi attori della filiera del pomodorino per rendere trasparenti tutte le fasi commerciali».

Per il leader di Forza del Sud Gianfranco Miccichè «la proposta di boicottare l'acquisto del pomodorino di Pachino per presunte infiltrazioni mafiose tra i produttori è raccapricciante». A suo giudizio è «un modo subdolo di colpire il fiore all'occhiello della produzione agricola del Sud, che da anni nel mondo dà conto della straordinaria capacità delle nostre aziende di occupare una fetta importante del mercato». Aggiunge Miccichè: «È sconvolgente come dalla televisione pubblica, pagata da tutti i cittadini e che dovrebbe fare dell'equilibrio e della corretta informazione il suo elemento qualificante vengano rivolte ad un intero settore accuse immotivate, prive di riscontro, ma cosa ancora peggiore, strumentali ad avvantaggiare eventuali concorrenti del Nord. La ricerca del sensazionalismo non aiuta la lotta alla mafia, ma danneggia, in questo specifico caso, solo i produttori; anche perché, purtroppo, infiltrazioni mafiose si sono registrate in tutti i campi e solo tenendo alta la guardia, senza preconcetti né secondi fini, ma con una puntuale e precisa azione repressiva, è stato possibile combattere e sradicare questi fenomeni». Il deputato regionale del Pdl Vincenzo Vinciullo ha dichiarato che «bisogna intervenire sulla commissione di Vigilanza Rai». Ed ha aggiunto: «Ho già parlato di questo con il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. Non si può concepire che qualcuno partecipi ad una trasmissione della Tv di Stato per infangare il buon nome della gente che lavora. Si rischia di rovinare in maniera duratura il mercato del pomodorino». Vinciullo minaccia proteste forti: «Fino a quando la Rai non concederà il contraddittorio ai produttori pachinesi, riterrò giusto invitare i cittadini allo "sciopero" del canone». La Confederazione italiana agricoltori della Sicilia ha emesso una nota in cui afferma: «Il popolo siciliano è rimasto stupito da quanto dichiarato qualche giorno fa in Tv circa la possibilità di boicottare il pomodorino di Pachino per combattere la mafia. Una proposta che non ha nessun fondamento. Se ciò avvenisse, infatti, i primi a perderci sarebbero proprio quei produttori onesti che a pochi centesimi il chilo vendono i loro prodotti apprezzati in tutto il mondo. La soluzione è ovviamente un'altra. Il vero impegno antimafia, infatti, non è quello di non comprare i prodotti agricoli siciliani, ma quello di invitare le forze dell'ordine a svolgere, intensificare e operare affinché venga debellato il condizionamento svolto dalla mafia nella filiera agroalimentare». Il presidente regionale della Confederazione agricola Carmelo Gurrieri spiega: «La Cia siciliana recepisce l'appello lanciato dal consorzio di difesa dell'Igp Pomodoro di Pachino manifestando la disponibilità a collaborare per salvaguardare l'immagine del prodotto e contrastare la cattiva informazione su questo prezioso prodotto siciliano. Ciò per garantire il reddito e il futuro dei nostri agricoltori».
Fonte: gazzettadelsud.it il 06-02-2011 - Categoria: Cronaca

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