Se da una parte la città di Noto gode di meritata fama per la peculiarità dei suoi Beni culturali ed archeologici che la connotano come uno dei «siti» costituenti patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, dall'altra attraverso una attenta analisi effettuata risultano nel vasto territorio, situazioni di degrado e di autentico abbandono, riguardanti soprattutto alcuni monumenti ed aree archeologiche. Questo è quanto denunziato dal presidente della locale sezione dell'archeoclub d'Italia, Orazio Di Rosa, attraverso un documento inviato alla stampa. «I tangibili riconoscimenti ed i numerosi simposi che si sono effettuati nel corso degli anni, alcuni anche a livello internazionale - ha dichiarato il presidente dell'archeoclub - mal si sposano con l'ambiente, di grande valenza artistica, esistente attorno alla città. Questo patrimonio archeologico «minore» rischia però di scomparire per l'indifferenza delle istituzioni locali che poco o nulla hanno fatto fino ad oggi per coinvolgere coloro che hanno il compito di salvaguardarlo».

Un grido lanciato per salvaguardare La Trigona di Cittadella, le cellette votive rinvenute nei pressi di Eloro, gli ipogei e le fortificazioni del Finocchito nonchè la chiesa bizantina di San Lorenzo lo vecchio per non parlare poi degli ipogei di Santa Lucia e delle catacombe esistenti a ridosso dell'abitato della contrada. «Un patrimonio questo certamente minore - conclude Orazio Di Rosa - ma che meriterebbe ben maggiore attenzione e una non più procrastinabile azione di recupero e di restauro conservativo». Permettere che di tali monumenti si perda la memoria, perchè si rimane indifferenti o insensibili al messaggio lanciato, è un autentico crimine».
E, non solo così verrebbe ad essere cancellata la «memoria» del nostro popolo ma si ristringerebbe maggiormente anche il circuito di interesse turistico d'elite esistente attorno a Noto.

Benito Tagliaferro