CONSIGLIO PASTORALE VICARIALE, SE CI SEI (?)…BATTI UN COLPO!

CONSIGLIO PASTORALE VICARIALE, SE CI SEI (?)…BATTI UN COLPO!

Lasciamo ad altri le “faide” di famiglia e torniamo a ragionare di politica e sulla politica. Naturalmente con la preghiera rivolta a chiunque volesse intervenire, di contrapporre ad argomentazioni storico-politiche, altre argomentazioni, magari supportate da prove documentali, mettendo così da parte le stucchevoli polemiche personali, di cui non ne sentiamo francamente il bisogno.

Noi sosteniamo una tesi semplice, che si può esprimere con una altrettanto semplice equazione: fallimento del progetto di Rinascita uguale crisi decennale delle istituzioni politiche locali. Questa va però completata da un’altra e complementare tesi: il percorso politico di Rinascita va letto in termini di un inganno. Da qui l’espressione che abbiamo usato “Storia di un inganno”, per sottolineare la storia di un rapporto mediatico con la società pachinese da parte delle organizzazioni ecclesiastiche locali, tutto teso a rappresentare come lo splendore della verità rifulge in tutte le opere di Rinascita, che assurge tout court anche al rango di santa.

È la falsificazione della verità, quale emerge dalla ricostruzione storica che può essere fatta a partire dall’analisi del suo quindicinale percorso politico, di cui ci impegniamo a cominciare a discutere a partire da un prossimo intervento.
Un’accusa questa di falsità storica che abbiamo mosso già da tempo e che muoviamo ancora alla chiesa locale, che riteniamo responsabile del degrado politico-istituzionale del nostro paese.

Beninteso sgombriamo subito il campo da un possibile equivoco: la critica non riguarda, né la sua azione pastorale, né il suo diritto inalienabile ad intervenire attivamente nel dibattito politico per orientarlo nel senso dei valori cristiani. Riconosciamo con gratitudine i molti meriti che Essa ha acquisito nella Sua azione pastorale, e specificatamente nella promozione di attività di assistenza e di carità che non necessitano di essere riassunte in questa sede.
È invece alla sua insipiente opera di legittimazione politica del proprio braccio secolare (il Movimento Rinascita di Pachino), che rivolgiamo la nostra critica, riconoscendo in quell’errore una concausa del degrado delle relazioni politiche e personali, che connotano e così duramente l’attuale momento politico. È la connotazione morale che ha dato a questa opera, il manicheismo in base al quale ha preteso di dividere la classe politica locale in buoni (perché appartenenti alle organizzazioni della chiesa locale) e cattivi (tutti gli altri indistintamente), la perdita di cattolicità (in favore di una visione settaria) che ne è conseguita, che hanno portato al degradato dei rapporti personali e politici, fino la limite delle risse e delle faide attuali. Chiamarsi fuori dalla rissa e dalla faida, come qualcosa che riguarderebbe solo gli altri (i cattivi), significa rendere un cattivo servizio alla Verità. Chi può legittimamente sostenere che Rinascita e i suoi uomini più rappresentativi sono fuori dalla rissa? O lo sono stati in passato in tutte le altre analoghe vicende amministrative?

Opportunamente abbiamo inteso titolare questa riflessione: CONSIGLIO PASTORALE VICARIALE, SE CI SEI (?)…BATTI UN COLPO!, proprio per sottolineare l’assordante silenzio (ci sia perdonata l’incongruenza logico-semantica), il mutismo elettivo decennale di questo importante organismo della chiesa locale, che in altri tempi interveniva, con durissime e salutari bacchettate, a sottolineare e censurare“……....la rissosità e l’egoismo della classe politica, dimostratasi incapace di calarsi in quell’atteggiamento di “servizio del bene comune” e di “disponibilità a perdersi per l’altro che il nostro Vescovo Monsignor Nicolosi, sin dalla Visita Pastorale della fine del 1988, invitava a tenere nell’impegno concreto per la città terrena”.
Oggi invece assiste silenzioso al “vespaio di polemiche, di divisioni, di manovre sotterranee, e di reciproci “colpi bassi”, che i nostri uomini politici (che pure osano definirsi rappresentanti del c.d. “nuovo”) hanno saputo produrre in appena un anno, tradendo in pieno il desiderio di stabilità, di capacità costruttiva e di disponibilità al dialogo pacifico disfacendo e rifacendo quella “tela di Penelope”, che è il quadro politico locale”.

Non vorremmo che la congiuntura politica, che vede il suo braccio secolare il Movimento Rinascita di Pachino, duramente all’opposizione e fuori dalla stanza dei bottoni (per la prima volta dopo due lunghi lustri), autorizzasse i nostri parroci ad abbracciare il relativismo, a mutare cioè i criteri dell’impegno concreto dei cattolici impegnati in politica: che è e deve restare ispirato dalla disponibilità a perdersi per l’altro e orientato a un valore assoluto il servizio al bene comune.
Non stiamo qui a filosofare lungamente sulla nozione di bene comune. E tuttavia val la pena di ricordare, come il cuore stesso dell’insegnamento cristiano, risieda nel concetto di persona. Opportunamente ci ammonisce Jacques Maritain che “….la persona umana, come totalità spirituale riferita al “Tutto” trascendente, sorpassa tutte le società temporali ed è loro superiore; e da questo punto di vista, in altri termini riguardo alle cose che non sono di Cesare, la società stessa e il suo bene comune sono indirettamente subordinate al compimento perfetto della persona e delle sue aspirazioni sopra-temporali, come a un fine d’un altro ordine, e che li trascende. [….. ] Riguardo al destino eterno dell’anima, la società è per ogni persona ed a lei subordinata”.

Proprio a esorcizzare questa nostra paura, invitiamo il Consiglio Pastorale Vicariale, a re-intervenire nel dibattito politico. Sono necessarie autorevolezza morale e capacità di discernimento, per far comprendere ai politici nostrani obnubilati e ubriacati dall’esercizio del potere a fini personali, che il ruolo fondante della politica, al di la delle stesse ideologie e latitudini, è e deve rimanere la “costruzione responsabile e creativa di una comunità a misura della persona”. Non pensiamo che le risse passate e quelle attuali abbiano al centro l’interesse per la persona nella sua dimensione temporale e sopra-temporale ora specificate.

Crediamo di far cosa utile ai lettori allegare alla presente riflessione, per la conseguente lettura, il testo di un documento che il Consiglio Pastorale Vicariale pubblicò nell’ottobre del ‘94, a due mesi dalla promozione del Referendum di rimozione del sindaco Preziosi, proposta dal Patto Segni e votata da 20 consiglieri comunali, tra i quali l’intero gruppo consiliare del Movimento Rinascita di Pachino.

Diamo appuntamento ai lettori di Pachino Globale alla settimana prossima per una riflessione sui cinque anni di sindacatura Preziosi.

Dott. Nello Lupo


La “Tela di Penelope”

La mozione di sfiducia avanzata, circa due mesi fa, dal Consiglio Comunale di Pachino nei confronti del Sindaco, e l’imminente Referendum cittadino che fatalmente ne conseguirà, spingono la nostra Comunità Ecclesiale ad alcune riflessioni “ad alta voce” sull’attuale quadro politico e sociale della nostra città.
Senza entrare nel merito delle istanze politiche che hanno portato, ad appena un anno dalle Elezioni, ad una siffatta situazione, ci preme sottolineare che, nella “migliore” delle ipotesi, ancora una volta, sono state tradite le attese della cittadinanza pachinese e che ciò, come spesso in passato, è accaduto a motivo della rissosità e dell’egoismo della classe politica, dimostratasi incapace di calarsi in quell’atteggiamento di “servizio al bene comune” e di “disponibilità a perdersi per l’altro” che il nostro Vescovo Mons. Nicolosi, sin dalla Visita Pastorale della fine del 1988, invitava a tenere nell’impegno concreto per la città terrena.
È, invece, sotto gli occhi di tutti, il vespaio di polemiche, di divisioni, di manovre sotterranee, e di reciproci “colpi bassi”, che i nostri uomini politici (che pure osano definirsi rappresentanti del c.d. “nuovo”) hanno saputo produrre in un anno e tre mesi, tradendo in pieno il desiderio di stabilità, capacità costruttiva nel pur legittimo confronto democratico fra le parti, e di disponibilità al dialogo pacifico, espresso in più modi dal cittadino pachinese; il quale, suo malgrado, dovrà ritornare alle urne per ben due volte nei prossimi mesi, per disfare e rifare quella vera e propria “tela di Penelope”, che è il quadro politico locale.
Ci si augura perciò, che, almeno a quel punto, il senso di responsabilità e persino di pudore politico possano prevalere e che, chiunque subentrerà in qualsiasi carica, possa “divenire costruttore responsabile e creativo di una comunità a misura d’uomo”, per dirla con le parole usate a suo tempo, proprio dal nostro Vescovo.

Il Consiglio Pastorale
Cittadino di Pachino
Pubblicata da: Nello Lupo il 25-08-2007 00:15 in Approfondimenti

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la data risale a tre anni fà....

Rosario Spinello ha scritto: 25-08-2004 18:39:10


Dov'è la chiesa che li alimenta e li sostiene???



Occorre ricordare che nelle passate stagioni della politica locale quando qualcosa non andava per il verso giusto la chiesa e le sue articolazioni sociali ecumeniche e pastorali alzavano alto il loro grido allo scandalo sociale e politico che si annidava nell'amministrazione pubblica di Pachino.

Chi non ricorda le "provocazioni" di Don Lucio che dall'alto del pulpito invocava gli uomini di buona volontà? Chi ha dimenticato gli interventi del nostro Monsignore Vescovo Malandrino della chiarissima ed eccellentissima diocesi di Noto? Che Invocando, per intercessione del nostro signore, una via etica e morale con alti contenuti sociali e per portare avanti la sana amministrazione della città di Pachino? Io credo che messi e presi in contropiede le forze sane pastorali laiche ed ecumeniche e parte fondamentale della chiesa locale oggi sono stati messi per palese contraddizione: nella condizione di non incidere e guidare nel senso profondo e sincero della loro rispettabile religiosità questo movimento progressista essenzialmente nato per la ricerca del bene comune. Forze sociali,cattoliche e laiche che sono state, ancora una volta, prese in giro da ineffabili politici da due lire che hanno fatto di questa attività una vera e propria professione. Se hanno fede nella comune chiesa e nel nostro signore oggi è il tempo che queste forze sul richiamo del progetto originario che ha in Mauro Adamo il suo primo ed unico ideatore: si rivoltino e prendano coscienza che è arrivato il tempo di rivoltarsi contro questo modo insano e anticristiano di gestire la cosa pubblica di Pachino. E saranno molti di loro sicuramente arrabbiati per la enorme inconsistenza politica del Sindaco che hanno espressamente votato. E mentre i componenti di Rinascita dopo avere epurato Filangieri e Sultana credono di avere raggiunto il proprio Eden personale e bene che sappiano che questo movimento,nonostante le pregevolissime intenzioni dei suoi Leader: e oramai caduto,purtroppo, nelle mani di chi facendo presepi per perorare e festeggiare la nascita di nostro signore: oggi si arroga il diritto divino, in versione feudale, di gestire il mero e misto imperio di Pachino.
Dall'alto del campanile diruto della chiesa madre.

Un cordiale saluto da Spiros


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